lunedì 11 giugno 2012

Tay Story


Tay é la nostra nuova aiutante in pizzeria. A dire il vero Tay é la versione rimpicciolita di un´aiutante ma visto che la nostra é la versione rimpicciolita di una pizzeria, direi che é perfetta. Anche se non é per una questione di dimensioni che Tay é perfetta -non arriva neanche a prendere i bicchieri sulla mensola dei bicchieri- e nemmeno per il fatto di avere i capelli sempre ordinatissimi e portare soffici maglioncini bianchi che la fanno sembrare un pelouche, no, Tay é perfetta per la semplice ragione che va bene sia  a me che a mia moglie. Ah, dimenticavo che Tai a prima vista ha i lineamenti orientaleggianti che poi invece, a guardarla bene e pensarci su, scopri che sono i tipici lineamenti indios -quando si appoggia al muro sembra un bassorilievo maya- peró io all´inizio avevo il dubbio che fosse mezza giapponese, dato che qui é pieno di patatari giapponesi che piantano le patate, le annaffiano e quando sono pronte le mettono sui camion che vanno dove non ci sono le patate ma ci sono i soldi che i giapponesi usano per fare la vita da giapponesi in Brasile, ma non avevo il coraggio di chiedere a Tay oh, ma tu sei mezza giapponese? anche perché poteva prenderla come una battuta sulla sua altezza, cosí le ho detto puoi preparare gli imballaggi ottavati di cartone perfavore?
Alla sera, in un momento di calma, prima cioé dell´arrivo del gregge evangelico di ritorno dalla chiesa con l´anima colma e lo stomaco vuoto, ci ha confessato che molta gente le chiede oh, ma tu sei mezza giapponese? e lei risponde con un sorriso innocente non lo so dondolando la testa. E la gente deve pensare che é un pó ritardata come non lo sai? tuo padre o tu a madre...uno dei due é giapponese? e lei col tono di chi-non-vuole-farti-sentire-in-colpa io non ho mai visto i miei genitori biologici, sono stata adottata, e i miei genitori adotivi sono negri, e anche le mie sorelle e fratelli sono proprio negri, io sono la pecora bianca della famiglia, tanto che mio padre doveva sempre girare coi miei documenti alla mano anche quando facevamo piccoli spostamenti in autobus. A questo punto non ho avuto piú paura e le ho chiesto dettagli sull´adozione e lei ha continuato mia madre biologica, incinta di me di nove mesi, viveva per strada, dormiva in una piazza. Una sera mia madre adottiva passando le disse che con quella pancia non poteva dormire fuori, che era freddo, che era pericoloso, e mia madre biologica rispose che non aveva altro posto, allora vieni da me finché non trovi qualcosa, fa freddo, é pericoloso ripeté mia madre adottiva. Cosí andarono a casa e a cena mia madre biologica disse che il bambino che aspettava lo avrebbe dato via, che lei non poteva tenerselo, e allora mio padre adottivo diede un pugno sul tavolo e disse se é maschio me lo tengo io visto che ho giá due femmine. Il giorno dopo mia madre entró in travaglio e l´altra mia madre fece il parto. Mia madre mi ha fatto nascere. Sono nata in casa e ci sono rimasta anche se non ero maschio. Ho sempre saputo che sono adottata e quando le mie sorelle o i miei fratelli -dopo di me sono nati due maschi per ricompensare mio padre- per farmi dispetto dicevano ma tu non sei nata dalla pancia della mamma, io rispondevo che a me era toccata una sorte migliore, io sono nata dal cuore.  
Un giorno di questi scrivo questa storia ma oggi no che devo abbassare la mensola dei bicchieri.

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