sabato 10 aprile 2010







Novembre 2008.


ITALIANI!! DOVE SIETE FINITI??
Non una Mail, non una telefonata, non un telegramma, non un essemmesse, non un pensiero
per il brasileiro …mah! non so che pensare, ma dato che “saremo per troppo tempo morti” vi mando i resoconti brasiliani degli ultimi mesi…SCHIAPPE!


I figli sò pezz’e’core.


Come ricorderete sono rimasto in Italia fino alla fine di Luglio: caldo bestiale, visitato parenti, fatto un casino di acquisti inclusivo questo portatile col quale vi scrivo.
Tornati a Salvador saluti e feste di bentornato (impossibile dimagrire o per lo meno mantenere il peso quando si passa da una nazione all’ altra, da una famiglia all’ altra, tutti molto ospitali , pieni di nostalgia e di cibo!), i bambini giocano felici nel giardino. E’ una tranquilla domenica pomeriggio in una famiglia di classe media brasilo-italiana. Gil gioca con un bastone. Mel glielo prende, poi lo lancia. Il bastone cade nel mezzo del prato. Gil si lancia per catturarlo prima di sua sorella, scivola, male, cade tutto sopra il braccio sinistro in una posizione incredibile e stronza. Rompe la punta del radio (il gomito). Urla, grida! Starà esagerando? Solleviamo la manica lunga…porc! C’è un osso fuori posto! Porc!
Arrotoliamo il bambino che urla che gli fa male…corsa all’ospedale…inizia un calvario per trovare posto…Salvador città enorme, quasi 4 milioni di ab. 70% poveri, ospedali sotto strutturati …assicurazione sanitaria criminale…angoscie, magoni, voglia di tornare di volata in Emilia coi suoi Policlinici! vi risparmio questa parte…vi dico solo che sono rimasto in sala operatoria con lui un’ora. Aspettando l’ effetto del sedativo ho visto mio figlio di 3 anni cominciare a svarionare e parlare come un matto e mentre era sotto i ferri ho pianto coi singhiozzi.

Gil si recupera benissimo e dopo più di un mese traslochiamo! Nuova casa color zucca a Mucugè!
Salvador fanculs!

P.S: prima di traslocare io e Luisa abbiamo posato metri quadri 85 di pietra naturale, 600 pietre 40x40 spesse quasi 10 cm , del peso di 20 chili l’ una (totale 12 tonnellate) nel pavimento della pizzeria, che adesso sembra un posto chic!

Chapada!

Il parco nazionale della Chapada Diamantina è stato il primo posto visitato qui in Brasile, e siccome sono un fesso e vivo disattento non mi ero accorto del valore di un posto così: montagne e valli, fiumi e torrenti e soprattutto piccole città, realtà più reali insomma roba che in Italia devi andare indietro di 30 o 40 anni.

Il mercato del venerdì.

Appena arrivati non facciamo neanche in tempo a sistemare i mobili che ce ne andiamo al mercato della città. Grandissima goduria! Signori tutta la frutta e la verdura che si può immaginare, coltivata e venduta dai piccoli e piccolissimi agricoltori della regione (arrivano anche da Barra da Estiva che è a più di 70 chilometri…di autobus!). Ah! che spettacolo poter comprare tante cose buone e non rischiare che marciscano nel giro di due giorni, che è il tempo massimo in cui si conservano gli alimenti a Salvador coi suoi 30 gradi di media e 90% di umidità. Qui no! Qui ci sono 10-15 gradi di notte e 20-25 di giorno, e siamo in primavera, quindi mi fa pensare che in inverno mettero su il piumone…anche perché le case non hanno nessun tipo di riscaldamento, tipo il sud Italia.
Ma stò ancora gongolando tra casse di mango maturo quando vedo uno stabile e un portone aperto…c’è una scritta che dice “mercado das carnes” …il cuore comincia a battere più in fretta…sarà che la carne è fresca? Ormai il mio naso è abituato all’ odore della carne e del pesce mal conservato dei mercati di Salvador…qui non si sente niente…entro…ancora niente, eppure sono già al cospetto dei quarti di bue smontati…faccio un giro e mi imbatto nell’ inconfondibile lombo di maiale intero…mi informo sul prezzo e sulla freschezza e la signora AnaMaria fa questione perché legga il certificato di provenienza e il giorno e l’ ora dell’ abbattimento del porco…ebbene sì erano le sette di mattina e il porcello era stato sacrificato il pomeriggio del giorno prima…cado in ginocchio e cogli occhi al cielo recito un Grazie o Signore.
Compro avido un pezzo di lombo e la coppa, le costaiola son finite…vabbhè, sopravviverò, tanto venerdì prossimo sarò qui all’ alba! Poi vedo una lunga salsiccia di colore giallognolo opaco…humm…è AnaMaria la macellaia che la fa…chiedo se la prossima settimana mi può rimediare i budelli ( “as tripas”), lei mi dice che “nao tem problema”, allora mi prenoto un lombo intero due guanciali e due pancette e chiaro “as tripas”. Son così felice che mi compro anche due chili di agnello, che AnaMaria col sorriso e il macete divide in 5 secondi e 4 colpi micidiali…PA!PA!PA!PAM!...sono invaghito di lei! Lei lo capisce e mi regala 20 cm di salsiccia…non potrei ricambiare nemmeno volendo …

E adesso salsiccie!

Il venerdì successivo come promessomi sono al mercato alle ore 6 e la signora AnaMaria mi smolla il malloppone di carne che mi carico nello zainone da alpinista. Torno a casa e comincio la divisione delle carni, il magro, il grasso eccetera…poi arrivo ad aprire il sacchetto dei budelli in acqua, sale e limone…humm…sono da sgrassare, hanno infatti ancora la patina di limo…hummm devo improvvisare, metto la carne a 2 gradi nel frigo al massimo e mi dedico al lavuraz di raschiare as tripas…mi ci è voluto un pomeriggio…ma alla fine son venute belle pulite, le ho messe sotto acqua, sale e aceto e sono andato a letto presto. Poi alla mattina ho iniziato col mettere sotto sale un guanciale e una pancetta…pam in frigo per 5 giorni. Poi ho messo in una pentola tutte le rifilature di grasso e ho messo a fuoco bassissimo per più di tre ore…ottenuto strutto e ciccioli…sporcato tutta la cucina…vabbhè.
Poi dopo la macinatura di 6 chili di lombo+prosciutto e 2,5 chili di guanciale+pancetta ho impastato con sale, spezie e vino (mi son scordato l’aglio…da non credere!) il gran momento: monto l’ insaccatrice Z1 fatta da mio padre con pezzi di recupero di vecchie morse e scarichi di honda…metto il budello nell’ ugello, lo lego da una parte e Pam! 8 chili di salsiccia! Metà col peperoncino e il peperone secco tritato (che mi ci è voluto un sacchissimo di tempo per seccarlo e tostarlo) stile calabrese.
Stufatura di dodici ore a 20°C e poi nella “sala di stagionatura” che è un vecchio frigo che mantengo a 12 gradi…adesso bisogna solo aspettare!


Luisa.


Se credete che Luisa se ne stia buona ad aspettare di mangiare le salsiccie secche vi sbagliate di grosso: ha preso duemila numeri e mandato milioni di mail per farsi arrivare le piantine di alberi da frutta da piantare nel nostro terreno a 27 chilometri da qui.
Pianteremo mele, pesche, prugne, goiaba, banane, maracujà, riso grano e ulivi! Abbiamo trovato gli ulivi! Li fanno in un altro stato Minas Gerais, in cui tra l’ altro quest’ anno è avvenuta la prima produzione di olio extravergine brasiliano…speriamo bene.

Gil e Mel.

I bambini sono carichissimi, vogliono uscire di continuo, hanno vinto una libertà grandissima, poter passeggiare per le strade della città, arrampicarsi sugli alberi, vedere le vacche che pascolano di fianco casa e tutto il resto. Sono già diventati gli idoli della città, perché qui i biondi-occhiazzurri sono più unici che rari, e finchè c’era solo Gil poteva sembrare un fenomeno, ma adesso che c’è anche Mel ci troviamo di fronte ad una razza superiore. E la gente si chiedono se io e Luisa siamo i genitori adottivi.

venerdì 2 aprile 2010








...sul quanto sono fesso...deus me livri! (dio mi liberi!)



“Max!...sento dei dolori” mi dice Luisa alle 21 e 45 di martedí 18 maggio 2005.
Io stó per prendere sonno.
Lo so benissimo cosa stá succedendo, negli ultimi 15 giorni non si parla d´altro: doglie, contrazioni, chiamare la medica, momenti giusti, sará che nasce oggi, perdita di tamponi...e che due maroni! (quando vengo disturbato nel sonno divento un nazista)...sará di sicuro UN falso allarme, UN credevo che fosse una contrazione, UN modo per parlare un pó, UNa cosa qualunque, ma non UN inizio di travaglio.
MI CI GIOCO LE PALLE!
Rispondo quindi: “MMM...” senza aprire gli occhi.
Luisa continua a lamentare NON BEN DEFINITE COSE ALLA PANCIA-PASSERA, io rispondo una cosa neutra, ma con un tono talmente scazzato che me ne accorgo anche io, e quando mi giro per vedere é troppo tardi: labbro di sotto in fuori, estremitá della bocca all´ingiú, occhi gonfi...un pianto arriva...(sono un vero nazista, non pensate che io sia buono!)...
Adesso il sonno é passato e mi sento talmente stronzo che vorrei darmi degli schiaffi (e non servirebbe).
Quindi consolo. Chiedo scusa. Ragiono.
Luisa non é una che si lamenta a vanvera.
Luisa piange perché il suo amore é stronzo e perché ha paura...ha paura di quello che stá succedendo: É INIZIATO IL TRAVAGLIO...PALLE PERSE!

Terrore verso l´ignoto...e indietro non si torna!

Si tratta infatti di vere e proprie doglie, dolori non ancora molto forti, ma con una regolaritá di 8-10 minuti, sono contrazioni involontarie dell´utero che si deve aprire, dilatare fino a 10 centimetri (10 - C - E - N - T - I - M - E - T - R - I ), ogni contrazione si dilata un pochininino...molto poco...
Luisa che da brava gestante-che-vuole-partorire-in-casa-di-parto-naturale ha letto tre libri di Leboier (pioniere francese sostenitore del parto attivo...poi vi diró), nei primi momenti si ricorda di aver letto che fare un bagno caldo diminuisce i dolori...quando esce dalla doccia stá tremando come una foglia. Ha una paura fottuta.
E giá mi rendo conto della difficoltá della cosa: lei donna forte, ora piena di terrore...prime avvisaglie della tempesta che arriverà.
Sono le 23 e 20, e abbiamo giá svegliato tutti.

Assistenti e assistiti.

L´equipe sostenitrice-preoccupata é cosí formata: Carlos Pimentel il futuro nonno, passa dal divano, alla amacaa alla sedia a dondolo facendo sorrisi e russando...Rita Santos Pimentel la futura nonna, che lavora ai ferri e tiene il tempo delle contrazioni col cronometro...Rosana Pimentel futura zia col fidanzato André che riprenderá l´evento con una telecamera digitale Sony con visione notturna...Silvia, altra futura zia, che dopo essersi informata sulla frequenza delle contrazioni se ne torna a dormire...poi ci sono Io, futuro padre (ruolo del tutto inadeguato: mi sento come un astronauta in orbita mentre apprende che gli stanno svaligiando la casa...) addetto alle carezze, ai massaggi, alle frasi di rincuoro (verso la fine del travaglio arriveró quasi a sentire fisicamente le contrazioni...)...ed infine c´é Lei...la futura Mae, Mutter, Madre, Mother, Má, M*§@...La-Donna-Che-Soffre-E-Trema-Di-Paura!

La Medica

Ora dovete sapere che questa cosa del parto in casa non é un capriccio, é proprio che qui in Brasile non é facile avere un parto “normale”...in generale cioé i casi sono due: se ti puoi permettere un “PIANO DI SALUTE” (assicurazione medica) allora finirai nelle mani di qualche Ostetrico di nome Gabriel che stanco della vita e del suo studio quasi lussuoso, parlando con lentezza e tristezza ti consiglierá un parto cesareo, meno rischioso, appena un taglietto, anestesia, non senti nulla e salvi la passera (oltre che chiaramente l´ospedale é piú felice, si cucca in media 3000 Reais come minimo per un intervento di cesareo)...se invece sei povero e quindi ti devi affidare all´ospedale pubblico, stai tranquillo che nessuno ti proporrá il taglio cesareo, nessuno ti proporrá, nessuno ti, nessuno...bhè ricordiamoci che siamo nel nord-est brasiliano: il terzomondo del terzomondo.
Luisa ha un piano di salute, essendo figlia di un lavoratore della Braskem (industria petrolchimica a 50 km da Salvador), e quindi ci é toccato Gabriel, ostetrico anziano sul viale del tramonto.
Alla terza visita mi ha confessato (mentre Luisa si rivestiva) che era stanco della vita e quindi voleva andare a vivere in Portogallo dove sembra che abbia addirittura dei parenti...insomma una vera Natica Mummificata, quando gli abbiamo parlato di parto in casa il suo cervello cristallizzato ha scricchilato e una falistra si é staccata ed é caduta sulla scrivania, io e Luisa l´abbiamo vista friggere e morire, poi lui ha detto che “no...non faccio...hem...queste cose”...poveraccio!
Poi dato che questo é un grande paese e c´é veramente di tutto, quel jolli che é Carlos un pomeriggio ci telefona e ci dice che il suo amico Danh vive in una comunitá (Terra Mirim, in realtá piú che una comunitá é un condominio di case dentro un grande terreno con delle zone collettive tipo cucina, ambulatorio, preghiere...le persone che vivono lí lavorano tutte fuori, insomma non sono fricchettoni), per farla breve in questa comunitá c´é una ragazza che stá partorendo, se vogliamo possiamo andare a dare un´occhiata...???...prendiamo la macchina e andiamo lá.

Quando arriviamo il parto é finito da 15 minuti, c´é una ragazza sdraiata su di una stuoia, suo marito le tiene le spalle, una dozzina di persone intorno che parlano piano e alcune hanno gli occhi lucidi, ci sono tamburi in giro, e un fuoco che si stá spegnendo...siamo arrivati tardi...ma dall´energia che ancora circola immagino che dev´essere stata una cosa forte, il tutto si é svolto all´aperto, in un grande giardino circondato da bambuzeiros (piante di bambú) alti 20 metri...
Comunque in questo posto ci informiamo sulla medica che ha seguito il parto...e dopo pochi giorni siamo nel suo studio...TUTTA UN ALTRA MUSICA!

Si chiama Marilena, é piú alta di me e ha un´aria di chi ne ha viste di tutti i colori, ma nonostante tutto molto umana, molto materna, insomma un´ostetrica!
Nel suo studio non ci sono quadri, non ci sono oggetti costosi, ma almeno non ci ha prescritto ecografie ogni 5 minuti (come faceva Gabriel, che sicuramente c´ha una pasta con quelli del laboratorio che fa le ecografie...era stato infatti lui a consigliarcelo...ma lasciamo stare...), e quando le abbiamo parlato di parto attivo ci ha sorriso e ci ha detto che lei lo fa e non ci sono problemi...che donna!

AGONIA-1...

Non é facile descrivere un travaglio di parto...ma dopo tutto ció a cui ho assistito vedo le mamme con occhi diversi...ho un altra sensibilitá (oltre che un trauma!)...sono tifoso femmino-partorista...gli uomini non sanno...gli uomini non immaginano...questi occhi hanno visto cose che...mah!
Immaginate di avere un crampo alla pancia. Che si estende fino ai reni. E a tutta la zona lombare.
Immaginate che duri un minuto.
Se vi va potete digrignare i denti.
O bestemmiare.
Stritolare mani amiche.
E sono passati solo 10 secondi.
Il dolore fisico è "foda" (foder=fottere...quindi letteralmente foda=fotteria!)

E adesso ripetete l´operazione ogni 5-10 minuti...per tutta la notte...verso l´alba (se sarete ancora vivi) riuscirete anche a dormire, esausti, tra una contrazione e l´altra.

Alle 6 del mattino ci decidiamo a chiamare la medica, perché la frequenza delle contrazioni é aumentata (una ogni 4-5 minuti)...e quando Marilena arriva, un pó di paura se ne va, visita Luisa con calma e ci dice che la dilatazione é di 3 centimetri e che siamo appena all´inizio del travaglio...io penso: mio dio!...dio pensa: “Tu partorirai con dolore” credevi che fosse uno scherzo?

Comunque Marilena se ne va e ci dice di richiamarla quando le contrazioni arrivano a 2 minuti, e che adesso deve andare a casa perché c´é un altra ragazza ( che arriva dall´interno di Bahia ) che ha iniziato il travaglio di parto...noi riprendiamo in mano il cronometro...e Luisa ricomincia a stringere i denti...sono le 7 del mattino, fuori c´é il sole.

AGONIA –2...


Dolore! Dolore! E ancora dolore! Una valle di dolore! Uno soffre e gli altri guardano! La ruota gira ma si ferma sempre su Luisa! Contrazioni! Contrazioni! Chi vuole contrazioni? Tu le vuoi?? Mi dispiace sono tutte per Luisa! Aumenta l´intensitá tenetevi forte!!

In queste ore del mattino Luisa avrá fatto almeno 5 doccie calde per rilassarsi (io ne faccio la metá: 2 sul lato destro e 3 sul lato sinistro, non le mollo la mano nemmeno quando fa la cacca), la sua faccia avrá assunto tutte le sfumature espressive della sofferenza (tranne un paio che poi vi diró), la situazione si stá allegramente dirigendo verso l´insostenibilitá...considerate che nessuno ha dormito stanotte...

AH! Dimenticavo! Il vomito...cristo santo l´avevo proprio rimosso.
Il vomito (che meriterebbe un: AGONIA –3)...
Cioé come se tutto questo non bastasse Luisa é assalita da spasmi di nausea violenti e estenuanti, ogni volta che cerca di mangiare qualcosa, e comunque ogni 10 contrazioni...vomita una schiuma gialla, enormi conati, onde anomale di bile...arriveremo a nutrirla con un contagoccie di miele (che lei vomiterá)...io penso: il mio amore stá che piú male non si puó...(illuso!...si puó...Oltre Ogni Aspettativa)

Quando torna la medica di nuovo ci rilassiamo un pó tutti (inutile fare gli eroi...ecchillamaifattounparto??), Luisa le parla della nausea (le contrazioni chiaramente continuano), Marilena le risponde che la nausea é molto comune, e le fa un´iniezione antivomito...dopo 10 minuti Luisa vomita! dio pó!
Controlla la dilatazione (piccola parentesi...controllare la dilatazione significa infilare due dita nella passera, su su fino al collo dell´utero, e allargare le due dita per avere una misura della dilatazione...il tutto é invasivo e doloroso...tanto per cambiare)...siamo a 6 centimetri...

La medica ci dice che se anche l´altra partoriente ( che ancora é parcheggiata a casa sua, ma che vuole andare in ospedale) continua cosí, non sa come fará a fare tutti e due i parti...e poi se ne va...io non sono per niente tranquillo, odio non avere un piano sicuro, gli imprevisti mi mandano in paranoia!! Sono le 13 e 30...dalla strada arrivano odori di pranzo...

Poi é l´abisso...

...nel momento piú brutto le cose peggiorano: le contrazioni arrivano ad una frequenza di 2-3 minuti, molto forti, Luisa non ha piú uno straccio di forza, e la medica ci chiama per dirci che sta andando in ospedale con l´altra ragazza, e quindi di prepararci eventualmente se le cose accelerano a raggiungerla in ospedale...sconforto e raccapriccio, crisi isterica compressa, cancheri e madonne che volano nella mia mente, ma come cazzo é che adesso ci tocca di andare in ospedale! Ad un´ora da qui! Dio o Satana fulmina tutti!! Voglio la fine del mondo! Adesso! Luisa é quasi intrasportabile, non sa piú da che parte stare, e per di piú le é venuta “voglia di spingere” (nuovo sintomo simile allo stimolo della cacca, che preannuncia l´espulsione...e noi siamo senza medica!)...il mio cervello frigge! Archi voltaici si sprigionano dalle mie meningi...non resisto e dico: Andiamo in ospedale!
Telefoniamo alla medica per dirle che la stiamo raggiungendo, e lei si fa passare Luisa...parlano per un paio di minuti, la rassicura, dice di aspettare ancora, che c´é ancora tempo...aspettiamo...aspettiamo...contrazioni sdraiati sul pavimento della camera...aspettiamo...aspettiamo...contrazioni accovacciati sul materasso...poi un altra telefonata della medica...parla con Rosana e le dice che li vicino a casa nostra abita una sua amica-collega (Sonia), ci da il numero e ci dice di andarla a prendere cosí da poter stare con Luisa fino al suo arrivo...vai vai vai...veloce veloce veloce che qui le cose si mettono non so neanche dire come...non c´é fine...stó perdendo la speranza...pensavo di essere abbastanza forte ed invece non so cosa fare...se esce il bambino...cioé chiaro dobbiamo acchiapparlo...senza fargli male...senza provocare danni irreparabili al suo piccolo corpo molle...e Luisa...poi il cordone...mettiamo a bollire dell´acqua?? Meu deus...stó messo male...e Luisa?

...sfumatura espressiva di sofferenza non ancora vista –1
Luisa ha la faccia di chi si é perso. Lontana. Lo sguardo che oltrepassa la realtá. Solo gli zigomi che si alzano un pó indicano la contrazione. Non ce la fa neanche piú a soffrire. Energie terminate. Morale sotto un chilometro di piombo. A me neanche mi vede, io che la rassicuravo che andava tutto bene, e invece non va, bugiardo...senza sapere cosa fare, con questa voglia di spingere e la proibizione di farlo fino all´arrivo della medica..."MA ALLORA DEVO PARTORIRE O NO?...non so...forse moriró"

Poi arriva SuperSonia...l´amica-collega-ostetrica!! (come quando arriva Gandalf il bianco all´alba del quinto giorno...con tutta la cavalleria)...
Controllo della dilatazione...9! centimetri! Sono le 16...tra un´ora la dilatazione sará completa...siamo vicini...Luisa é ridotta un fantasma...come fará a buttare fuori il bambino??...in qualche modo fará...Sonia é eccezzionale, rassicura, rincuora, fa forza, spiega, prega, fa yoga, prega, si accovaccia con Luisa e la guarda negli occhi e le fa si con la testa...é perfetta!
La medica Marilena non si vede...

...tra poco -espressione di sofferenza non ancora vista 2-


Siamo alla ribalta...la dilatazione arriva a 10 centimetri...le contrazioni cambiano: prima erano cieche e senza sfogo, compresse nell´interno, adesso prendono una direzione precisa...quella dell´uscita!...tutto si chiarisce...Luisa si alza in piedi...nuda...in mezzo alla stanza e alle persone...espressione seria per il dolore e forte di chi ha ritrovato la strada...una guerriera...la statua della libertá col pancione...non ho idea da dove sia arrivata tanta forza...Super-Sonia-Gandalf si infila i guanti e iniziano le danze...
Luisa si mette accovacciata come par fare la pipí per terra, io la tengo da dietro (dopo mi faró aiutare da Carlos perché nelle ultime contrazioni era diventata di piombo), Sonia controlla la passera, André filma...Luisa sfrutta le contrazioni e spinge...finalmente le scappa qualche grido...incitarla é inevitabile...DAI LUISA!...STÁ ANDANDO BENE!...FORZA!...SPINGI AMOREMIO!...i famigliari invece dicono EMBORA QUERIDA!...EMPURRA!...VA DAR TUDO CERTO!...Luisa spinge e spinge e spinge...ma porca miseria non esce niente...CALMA!...tra una contraziione e l´altra ora c´é un silenzio mistico...mentre prima nell´intervallo tra due contrazioni c´era dolore (finiva una e iniziava l´altra), adesso c´é riposo...il dolore é sparito...é un minuto per prendere le forze...per pensare alla spinta successiva...per trovare la posizione piú comoda...e poi giú di nuovo...Luisa si butta giú accovacciata...io e Carlos a sorreggerla ( a fatica! )...altra contrazione...altre grida...Sonia dice FORZA! E Luisa risponde É TODA A FORÇA QUE EU TENHO!!!ARGGGGGHH!!!! e spinge...da sotto la testa del bambino spinge sul perineo...Sonia dice che é meglio tagliare un pochino per aiutare il bimbo ad uscire...Luisa dice aspetta ancora una...e infatti con una spinta del tutto simile alle altre, in un minuto uguale a quelli passati in un giorno eccetera eccetera...suo figlio mette fuori la testa...Sonia allunga le mani, stimola il perineo per farlo scivolare fuori del tutto, durante l´ultima spinta Luisa dice sorpresa(mentre le si strappano 2 cm di carne!)con gli occhi spalancati MI FA MALEEEE!!...e poi nasce. Sul materasso di casa. Gil Pimentel Zuntini.

Il popolo fa ooooooooooooohhhhhhhhhhh! E luisa fa sssshhhht!!! Bisogna fare silenzio...abbassate la lampada...
Sonia tenta di pulirlo un pó ma Luisa se lo prende, suo figlio, tutto unto e biancastro-violaceo, vivo! duro! E se lo mette sulla pancia.
Poi Gil piange. Ha freddo. Ha paura. Copritelo. Spegnete la luce. Gil si calma.
Io sono dietro a Luisa la tengo. Lei tiene Gil che ansima per l´enormitá dello sforzo.
A volte ci guarda.
Io ho pianto...inevitabile vi garantisco.
Il resto é pace.
Calma piatta.
Fine della tempesta.
Incredulitá nel vedere la faccia di una creatura che viene al mondo.
Nasce mio figlio e sento che finisce una parte di me.
Sono il padre di questo Gil...penso Uau!
E giuro che non mi viene in mente altro...
anzi si...mi viene in mente Luisa...
morta e risorta...
che roba!

Questa notte dormiremo tutti e tre nello stesso letto, di un unico sonno.Mai dormito cosí bene.

giovedì 1 aprile 2010








Numero 4.


Evocazione catartica.....Gita!

Il Brasile é 22 volte l´Italia, circa grande quanto l´europa.
Sono stato molto in giro, anche perché quando vuoi fare un giretto, va a finire che fai almeno 500 kilometri. E’ tutto enormemente grande.
Prendimo per esempio gli alberi: mangueiras (gli alberi del mango), jaqueiras (alberi che danno dei frutti ,jaca,allucinanti e buonissimi a forma di pera, peró con la buccia tipo tappetino antiscivolo a puntine e grossi come degli zainetti invicta, praticamente dei meteoriti, quando li tagli buttano fuori una resina taccolenta che si chiama “visgo” e che si toglie solo con l´olio, peró dentro ragazzi che storia: ci sono jacche “molli” e jacche “tenere”, le prime sono della consistenza del muco, non piacciono quasi a nessuno, le altre invece sembra di mordere un fungo molto sodo e il sapore é un viaggio: banana, abacaxí (ananas), e anche un pó di cacao, tutto mescolato, inutile dire che é una bomba, meglio non esagerare. E poi ancora l´albero del tamarindo (con dei frutti piccoli e acidissimi), le stesse palme da cocco (coqueiro), insomma gli alberi diventano giganteschi! Ci sono dei locali costruiti letteralmente sotto una mangueira, oppure enormi monumenti vegetali con radici che escono ovunque, grandi come palazzi. Poi gli insetti, che abbondano oltre che in dimensioni ( le blatte....gli scarafaggi sono grossi come un nokia, le cicale come un ericson, e fanno un casino tale che non ci si crede, dei veri e propri reattori da aereoplano), abbondano anche per numero, mai avuto tanti problemi con zanzare e mosche e tafani e moscerini e formiche del fuoco ( piccolissime e fetentissime, urticanti quanto le zanzare), formiche testa di forbice (grosse come mosche, velocissime e violente! Ti pungonoe scappano, e fanno un male boia, per fortuna dopo un minuto passa tutto). E´ la vita che prorompe!

SU TUTTO CIO’ CHE SERVE PER FARE UNA GITA..

Prima di una bella gita si deve per forza passare a fare la spesa. Al supermercato. Chiaramente enorme! Si prende la propria macchina, di solito utilitaria robusta (ci sono una montagna di fiat, tutte un pó diverse dalle italiane) colle sospensioni scangherate, per via delle strade, ci si infila in tangenziale e si fa lo slalom fino all´ATACADÃO (grossista).
-le strade-
Meritano una menzione speciale: sono imprevdibili, a volte a 5 corsie, a volte sterrato, a volte un misto di asfalto e argilla battuta con buche e gobbe degne di un percorso da trial ( non esagero per niente!), come la strada che ci ha portato al Parco della Chapada Diamantina. Ci abbiamo messo un´ora e mezza per fare 10 km, in mezzo ai camion (poveracci! Ce ne sono un casino e li trovi proprio dappertutto, anche nei sentieri, e portano tutte scritte di santi e di preghiere che li proteggano, e ci credo!), e poi un altro tratto di 15 kilometri in salita lungo una strada che sembrava il letto di un torrente in secca, una roba scassa sospensioni e scanna pianali, ci vuole una calma tutta sudamericana per non scoraggiarsi, e comunque si farebbe quasi prima ad andare a piedi. Comunque a parte questi casi, le buche sono imprevedibili e mai!segnalate! le puoi prendere anche ai 100 all´ora, occhi aperti! Anche perché potreste non vedere le rarissime (quasi inesistenti) segnalazioni stradali che indicano i paesi e le cittá.
Quindi, ora che siamo al supermarket si acquista praticamente ogni genere di alimentari: gamberetti secchi affumicati, caffé, frutta, verdura, carne affumicata (sotto forma di salsiccie chiamate “calabresi”),pane, burro, birra (che andrá depositata il piú presto possibile in freezer, perché qui costuma di berla ghiacciata, deve essere vicina al punto di congelamento, deve farti venir male allata degli occhi quando la mandi giù!), biscotti al cocco, altri biscotti al formaggio e tutto ció che piace.
Si completa quindi il carico della macchina che giá conteneva tende, materassini, bottiglioni da 20 litri di “agua”, facão (macete, qui ce l´hanno tutti, legato in cintura o sotto il sedile, puó sempre servire), zaini e zainetti, poi, finalmente, si parte! E abbiamo giá accumulato un ritardo pauroso, almeno mezza giornata.
Ma qui non c´é fretta, o meglio c´é una concezione diversa del tempo, dovuta al sole credo: alle 6 di mattina il sole é giá sorto da quasi due ore e scotta! Alle 6 di sera va giú di colpo e c´é buio, quindi si tende ad andare a letto prestissimo e svegliarsi all´alba, e ti trovi alle 5 del mattino che hai giá fatto colazione, inizi a caricare la macchina per partire, poi arriva un amico, poi mancano delle cose, poi sparisce una sorella, che scopri dopo un ora che era ancora a letto, insomma, difficile fare progetti con orari prestabiliti e precisi, si fa un piú o meno, e di solito va tutto bene.

Roberto Carlos Pimentel (il padre di Luisa) alla guida é ció che ci vuole, un misto di sicurezza e casualitá, perfetto per viaggiare tranquilli ma senza annoiarsi. Ci porta a destinazione senza parlare molto, e anche quando parla "eu nao entendo" le parole, apre appena la bocca e le lascia scivolare fuori, peró é molto espressivo e ride quando vede che non capisco, ci porta ad Embassaí, una localitá rurale tra il mare (oceano Atlantico) e il fiume (Rio Embassaí). Una volta ci viveva la gente che coltivava la terra, adesso ci vive la gente che probabilmente fa altri lavori e le altre case sono diventate case per le vacanze. Infatti noi siamo a casa di Sinval (il ragazzo di Luciana una sorella di Luisa, lui é insegnante di storia e sociologia, é piccolo, di pelle bianca, pelosetto e quando parla non lo capisco peró é ospitale e simpatico, oltre al fatto che mi adora perché pensa che io sia comunista…pensate che mi parla di Gramsci!) che ci abitava coi suoi genitori tanto tempo fa, prima di trasferirsi a Salvador.
Va a finire (come é logico da queste parti) che ci ritroviamo in tantissimi: zii, nonne, nipoti, sorelle e morosi, italiani in gita ( Romina e Carmelo, i due Italiani che ho conosciuto a Tortona, molto amici di Luisa e adesso anche miei, di ritorno da un giro nell´interno, a Belem, quasi all´inizio dell´amazzonia, poi a sud, quasi fino in argentina, a Iguaçú, dove carmelo s´é beccato due morsi di “raia” (razza) sul piede, e dovrá prendere antibiotici per almeno due settimane, brutta infezione).
Si fará il bagno nel fiume, mentre alcune ragazze lavano i panni, e i figli nudi giocano in acqua (noi le guardiamo curiosi, loro pure, soprattutto me e Romina, siamo stranieri, é evidente!), alla sera mangeremo tutti insieme (miracoli che si fanno con un pó di piatti e qualche posata, da queste parti si riesce a moltiplicarle, ci si accomoda per mangiare dove capita perché non é che ci sia un posto proprio per ogniuno, ci si arrangia benissimo, la gente é pratica e al tempo stesso molto civile, con senso della misura nel cercar di stare bene), mangeremo e poi andremo a dormire un pó scaglionati, anche qui come capita, chi su un materasso gonfiabile, chi nelle amaca (comodissima, non credevo fosse cosí, é forse meglio di un letto), chi in tenda (per via delle zanzare, che lavoro!)
Durante un giro nel paese di Embassaí, dopo aver dormito poco, mi sento un turista, anche se porto solo il costume e le infradito havaninas, devo avere qualcosa nell´andatura, nello sguardo, ancora non capisco. Vedo persone che si costruiscono la casa, anche se é domenica, non c´é molta differenza tra i giorni della settimana se non hai un lavoro fisso, ragazzi che ballano, bambini che giocano in via, vecchi che siedono sulla porta di casa. Sento un´intimitá con loro, sono persone semplici, mi guardano e ridono.
Nella famiglia Pimentel (ma in generale un pó ovunque) ci si chiama con appellativi dolcissimi: minha mae, meu pai, minha filha, meu amor, menina “bambina”, minha linda..., sembrano incapaci di incazzarsi sul serio. Quando iniziano a parlarti sembra che ti abbiano giá perdonato tutto. Hanno questo modo eccezzionale di stare insieme, mai visto prima. Parlano mentre aspettano il pranzo, si ritrovano tutti sull´amaca, scherzano, ridono e a volte qualcuno piange, perché é icinta per esempio…ed io che non sono abituato ad esprimere i miei sentimenti (sono emiliano io!) stò da una parte e li guardo…preoccupato che i ganci dell’ amaca non reggano.

E ADESSO L´AVVENTURA!

Si chiama cajú. Sembra un peperone, ce ne sono di gialli e di rossi, colore intenso, profumo fragarante e dolcissimo, crescono su alberi simili ai nostri albicocchi, da provare mi dicono, e infatti me ne mangio uno, sugosissimo, un pó tannico…molto tannico…troppo tannico! Decido che non mi piace, o meglio il succo con addizione di una mestolata di zucchero è affrontabile, ma il frutto cosí com´é...ma non finisce qui: il cajù in realtà (per la botanica) è il picciolo di un altro frutto, mi informo...castanha verde, cioé anacardo crudo...ma va?...pensa te come son fatti gli anacardi! Si cuoce e si mangia mi dicono....interessante. Giocherello un pó con questa castanha verde tra le mani, sembra un fagiolo gigante, e poi, istintivamente (pensando alle castagne italiane) la mordo! con forza!...é fatale!
L´impressione é quella della colla, l´effetto é quello dell´acido da batteria, involontariamente mando anche un pó giú. Ustionante! Lavo velocemente lingua e labbra, faccio violenti gargarismi, ma non sembra che sta roba vada via facilmente. Ho mezza bocca e mezza lingua bianca, sono costretto a strofinare prima colle unghie, e poi con uno spazzolino. Ormai il danno é fatto. Chiedo informazioni a Luisa “..Uuisa…che catto è ta Ooba?” lei inizia a ridere, ma vedo che anche un pó preoccupata perché mi chiede se ho mandato giú, se mi sono lavato bene, se mi brucia!
Dpo aver constatato che sono un pó bruciacchiato, che non corro rischi e che sono un coglione, Luisa comincia a raccontare il mio caso a tutti (obrigado meu amor!).
Tutti ridono e vogliono vedermi, vogliono vedere “O gringo que comeu a castanha verde de cajù ah! ah! ah! “ (pronuncia “castagna vergi gi cajú ah!ah!ah!”).
Io mi sento giustamente un ritardato e berró acqua per il resto della giornata.
Le mie labbra cambieranno la pelle, mi informeranno che dentro al seme dell´anacardo c´é una resina acidissima, infiammabile, usata dai carcerati-punk-favelari-irresponsabili-annusatoridicolla per farsi i tatuaggi in casa!...resina “do diabo!” che si elimina con la cottura.
Mi faranno anche l´onore di cucinare una padella intera di castanha tostata al momento in giardino… cotta è tutta un altra storia.