sabato 10 aprile 2010







Novembre 2008.


ITALIANI!! DOVE SIETE FINITI??
Non una Mail, non una telefonata, non un telegramma, non un essemmesse, non un pensiero
per il brasileiro …mah! non so che pensare, ma dato che “saremo per troppo tempo morti” vi mando i resoconti brasiliani degli ultimi mesi…SCHIAPPE!


I figli sò pezz’e’core.


Come ricorderete sono rimasto in Italia fino alla fine di Luglio: caldo bestiale, visitato parenti, fatto un casino di acquisti inclusivo questo portatile col quale vi scrivo.
Tornati a Salvador saluti e feste di bentornato (impossibile dimagrire o per lo meno mantenere il peso quando si passa da una nazione all’ altra, da una famiglia all’ altra, tutti molto ospitali , pieni di nostalgia e di cibo!), i bambini giocano felici nel giardino. E’ una tranquilla domenica pomeriggio in una famiglia di classe media brasilo-italiana. Gil gioca con un bastone. Mel glielo prende, poi lo lancia. Il bastone cade nel mezzo del prato. Gil si lancia per catturarlo prima di sua sorella, scivola, male, cade tutto sopra il braccio sinistro in una posizione incredibile e stronza. Rompe la punta del radio (il gomito). Urla, grida! Starà esagerando? Solleviamo la manica lunga…porc! C’è un osso fuori posto! Porc!
Arrotoliamo il bambino che urla che gli fa male…corsa all’ospedale…inizia un calvario per trovare posto…Salvador città enorme, quasi 4 milioni di ab. 70% poveri, ospedali sotto strutturati …assicurazione sanitaria criminale…angoscie, magoni, voglia di tornare di volata in Emilia coi suoi Policlinici! vi risparmio questa parte…vi dico solo che sono rimasto in sala operatoria con lui un’ora. Aspettando l’ effetto del sedativo ho visto mio figlio di 3 anni cominciare a svarionare e parlare come un matto e mentre era sotto i ferri ho pianto coi singhiozzi.

Gil si recupera benissimo e dopo più di un mese traslochiamo! Nuova casa color zucca a Mucugè!
Salvador fanculs!

P.S: prima di traslocare io e Luisa abbiamo posato metri quadri 85 di pietra naturale, 600 pietre 40x40 spesse quasi 10 cm , del peso di 20 chili l’ una (totale 12 tonnellate) nel pavimento della pizzeria, che adesso sembra un posto chic!

Chapada!

Il parco nazionale della Chapada Diamantina è stato il primo posto visitato qui in Brasile, e siccome sono un fesso e vivo disattento non mi ero accorto del valore di un posto così: montagne e valli, fiumi e torrenti e soprattutto piccole città, realtà più reali insomma roba che in Italia devi andare indietro di 30 o 40 anni.

Il mercato del venerdì.

Appena arrivati non facciamo neanche in tempo a sistemare i mobili che ce ne andiamo al mercato della città. Grandissima goduria! Signori tutta la frutta e la verdura che si può immaginare, coltivata e venduta dai piccoli e piccolissimi agricoltori della regione (arrivano anche da Barra da Estiva che è a più di 70 chilometri…di autobus!). Ah! che spettacolo poter comprare tante cose buone e non rischiare che marciscano nel giro di due giorni, che è il tempo massimo in cui si conservano gli alimenti a Salvador coi suoi 30 gradi di media e 90% di umidità. Qui no! Qui ci sono 10-15 gradi di notte e 20-25 di giorno, e siamo in primavera, quindi mi fa pensare che in inverno mettero su il piumone…anche perché le case non hanno nessun tipo di riscaldamento, tipo il sud Italia.
Ma stò ancora gongolando tra casse di mango maturo quando vedo uno stabile e un portone aperto…c’è una scritta che dice “mercado das carnes” …il cuore comincia a battere più in fretta…sarà che la carne è fresca? Ormai il mio naso è abituato all’ odore della carne e del pesce mal conservato dei mercati di Salvador…qui non si sente niente…entro…ancora niente, eppure sono già al cospetto dei quarti di bue smontati…faccio un giro e mi imbatto nell’ inconfondibile lombo di maiale intero…mi informo sul prezzo e sulla freschezza e la signora AnaMaria fa questione perché legga il certificato di provenienza e il giorno e l’ ora dell’ abbattimento del porco…ebbene sì erano le sette di mattina e il porcello era stato sacrificato il pomeriggio del giorno prima…cado in ginocchio e cogli occhi al cielo recito un Grazie o Signore.
Compro avido un pezzo di lombo e la coppa, le costaiola son finite…vabbhè, sopravviverò, tanto venerdì prossimo sarò qui all’ alba! Poi vedo una lunga salsiccia di colore giallognolo opaco…humm…è AnaMaria la macellaia che la fa…chiedo se la prossima settimana mi può rimediare i budelli ( “as tripas”), lei mi dice che “nao tem problema”, allora mi prenoto un lombo intero due guanciali e due pancette e chiaro “as tripas”. Son così felice che mi compro anche due chili di agnello, che AnaMaria col sorriso e il macete divide in 5 secondi e 4 colpi micidiali…PA!PA!PA!PAM!...sono invaghito di lei! Lei lo capisce e mi regala 20 cm di salsiccia…non potrei ricambiare nemmeno volendo …

E adesso salsiccie!

Il venerdì successivo come promessomi sono al mercato alle ore 6 e la signora AnaMaria mi smolla il malloppone di carne che mi carico nello zainone da alpinista. Torno a casa e comincio la divisione delle carni, il magro, il grasso eccetera…poi arrivo ad aprire il sacchetto dei budelli in acqua, sale e limone…humm…sono da sgrassare, hanno infatti ancora la patina di limo…hummm devo improvvisare, metto la carne a 2 gradi nel frigo al massimo e mi dedico al lavuraz di raschiare as tripas…mi ci è voluto un pomeriggio…ma alla fine son venute belle pulite, le ho messe sotto acqua, sale e aceto e sono andato a letto presto. Poi alla mattina ho iniziato col mettere sotto sale un guanciale e una pancetta…pam in frigo per 5 giorni. Poi ho messo in una pentola tutte le rifilature di grasso e ho messo a fuoco bassissimo per più di tre ore…ottenuto strutto e ciccioli…sporcato tutta la cucina…vabbhè.
Poi dopo la macinatura di 6 chili di lombo+prosciutto e 2,5 chili di guanciale+pancetta ho impastato con sale, spezie e vino (mi son scordato l’aglio…da non credere!) il gran momento: monto l’ insaccatrice Z1 fatta da mio padre con pezzi di recupero di vecchie morse e scarichi di honda…metto il budello nell’ ugello, lo lego da una parte e Pam! 8 chili di salsiccia! Metà col peperoncino e il peperone secco tritato (che mi ci è voluto un sacchissimo di tempo per seccarlo e tostarlo) stile calabrese.
Stufatura di dodici ore a 20°C e poi nella “sala di stagionatura” che è un vecchio frigo che mantengo a 12 gradi…adesso bisogna solo aspettare!


Luisa.


Se credete che Luisa se ne stia buona ad aspettare di mangiare le salsiccie secche vi sbagliate di grosso: ha preso duemila numeri e mandato milioni di mail per farsi arrivare le piantine di alberi da frutta da piantare nel nostro terreno a 27 chilometri da qui.
Pianteremo mele, pesche, prugne, goiaba, banane, maracujà, riso grano e ulivi! Abbiamo trovato gli ulivi! Li fanno in un altro stato Minas Gerais, in cui tra l’ altro quest’ anno è avvenuta la prima produzione di olio extravergine brasiliano…speriamo bene.

Gil e Mel.

I bambini sono carichissimi, vogliono uscire di continuo, hanno vinto una libertà grandissima, poter passeggiare per le strade della città, arrampicarsi sugli alberi, vedere le vacche che pascolano di fianco casa e tutto il resto. Sono già diventati gli idoli della città, perché qui i biondi-occhiazzurri sono più unici che rari, e finchè c’era solo Gil poteva sembrare un fenomeno, ma adesso che c’è anche Mel ci troviamo di fronte ad una razza superiore. E la gente si chiedono se io e Luisa siamo i genitori adottivi.

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