giovedì 14 luglio 2011

Abuso di amicizia


Come quella volta che stavamo andando a giocare a calcetto.
Io e Sinval. Mio cognato ipocondriaco.
Il Delegado era il nostro portiere volante: un poliziotto cosí pauroso, timido e bloccato che una volta, allo stadio, col timore di usare il proprio distintivo per parcheggiare nei posti riservati alle forze dell'ordine, preferí beccarsi (e pagare!) una multa per divieto di sosta. Un fantozzi con la divisa. Per cose come queste si era guadagnato l'ironico soprannome di Delegado (che qui é l'equivalente del questore in Italia).
Per via del nostro ritardo Sinval guidava come un'ipocondriaco paranoico in ritardo, e cioé molto male, ma senza migliorare il nostro ritardo, a 20 km/h, finendo cosí, cosa che lui negherá sempre, per tagliare la strada ad una moto con due uomini.
Ora, per capire lo stato di panico di Sinval dovete sapere che a Salvador tutti i giorni si sentono storie di morti-assaltati da motociclisti-banditi, che la moto si piazzó al nostro lato e che per farci segno di fermarci, quello caricato, cominció a battere la mano sul cofano.
Sinval entró in un loop di "meu deus", ma in realtá voleva dire "é giunta la mia ora", e fermó la macchina. Da non credere!
In pochi minuti ci fu tutto chiaro: il furbone della moto voleva farsi pagare una delle frecce, rotta chissá quando.
Sinval, tremante, aveva giá tirato fuori la pompetta per l'asma e il portafogli.
In quel momento decisi di fare una di quelle cose che odio fare: usare le mie amicizie.
Presi il cellulare e dissi con voce risoluta "Sinval, stai calmo, adesso chiamo il Delegado!"
I due sparirono facendo Vrom!Vroooooooom!
Solo dopo un minuto abbiamo capito l'abuso di malinteso che avevo commesso.

1 commento:

  1. le persone veramente geniali spesso non si rendono conto di esserlo!

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