mercoledì 31 marzo 2010




Numero 1.



“...il cammino é appena cominciato che il viaggio é giá finito...”

bella frase...ma non l´ho capita molto bene, e comunque chi l´ha scritta non ha mai viaggiato da Modena a Salvador Bahia in classe economica.

“...ma cosa vuoi che siano un paio di giorni di viaggio, in fondo non hai un lavoro, le tue prospettive per il futuro sono casuali...bhé...allora metti la testa al fresco e goditi!!”

Allora godiamolo insieme questo viaggio di seconda classe!!

“...devi iniziare a mangiare integrale...” sono state le ultime parole dette a mia madre, mentra si teneva la pancia, coliche? Non lo so ma io ho le mie idee...

“ Ciao papá adesso io vado...” “ ciao...oh mi raccomando eh?...” niente lacrime in stazione mentre saluto mio padre, solo qualche stretta di mano in piú ( due Zuntini che si salutano non piangono!).

Appena salito sul treno ( non faccio neanche in tempo a sedermi) che giá mi scontro con un lavoratore di Trenitalia che si incaglia col cariolino delle schifezze ( caffé sciacquati, merendine e pringles) sulle mie enormi borse parcheggiate in corridoio (per mancanza di spazio in cabina).

Ora, io rispetto tutti, ma se uno ti offende le valigie in napoletano stretto, bhe, mi sono incazzato e gli ho detto di cambiare lavoro (da giorni mi nutro solo di pappa reale e peperoncino, non temo nessuno! e poi gli faccio un favore).
La donna infreddolita e l'uomo iperteso, miei compagni di cabina nonchè possessori di bagagli ingombrantissimi (alcuni anche legati collo spago)...mi trasmettono solidarietà.

Il treno ci porta tutti. Tutti a Milano. Senza intoppi.

Pesco un biglietto per il Pulman che va alla Malpensa (ne partono talmente tanti che metá bastano).

Arrivo alla Malpensa e mi sovvien l´eterno...

penso che stó partendo...penso all´infinito...al cielo...penso alla dolcezza di un naufrago che approda su un isola tropicale...alla tristezza del “lasciare qui tutto il resto”...penso un pó a vanvera...penso a come si fa a fare l´amore con una donna incinta...penso che i pulloni che circolano per la malpensa fanno ridere i polli (madóóóó!!...neanche un adolescente in pieno trip macho-rambista si concia cosí)...penso alle hostess...ai piloti che suscitano sempre rispetto, con quei cappelloni bianchi e la divisa blu colle striscie oro...alle donne delle pulizie...alle bariste...al tramonto...penso..penso...penso che non mi passa un cazzo! Sono solo le 15,30 e l´aereo parte alle 17,40, e il check-inn l´ho gia fatto da mezz´ora. Quindi passiamo al decollo.

Il boing BritishAirways stacca da terra ai 300 all´ora e giá ti servono la cena ( NON MANGIATE QUELLA ROBA!). Non viaggio molto, il decollo é sempre una figata. Ma giá é ora di atterrare a Londra. Mai stato a Londra!

L´aereoporto di Londra é grandissimo e pienissimo di dutyfree...sembra di stare al grand´Emilia...ma piú grande...é na roba esagerata.
Ma tutta stá roba costa cifre immorali: paglie a 5 o 6 sterline a pacchetto (7-8 euro). Sono felice di ripartire. Compro due mele a un euro l´una e mi imbarco sull´aereo per Saõ Paulo.

Tutto bene. Documenti okkei. Sono preparatissimo!

Mi piazzo nel mio posto, il 37 B, sopra l´ala, tra il 37 A e il 37 C.
I miei compagni di viaggio non ci sono ancora e cosí provo ad indovinarli nelle facce di chi col bagaglio in mano cammina per il corridoio.
É importante che siano persone gradevoli perché il viaggio é lungo, stare cosí vicino a sconosciuti per piú di 11 ore é na roba pesante.

Infatti...

Alla mia destra si piazza un nazista trapiantato a São Paulo, dove si nutre di bambini analfabeti e spara ai passanti (o almeno cosí credo che mi abbia detto nei suoi sproloqui in inglese-tedesco, cioé far finta di dormire non contava, quello continuava, mah! ).
Alla mia sinistra invece un inglese, composto, poco incline al dialogo, ma grandissimo scorreggione e comunque maialissimo nei modi (mangiava tutto colle mani, anche il puré, poi ha passato il viaggio a sbevazzare coca&wiskey e a digerire ).

Il viaggio ve lo risparmio, anche perché io l´ho rimosso. Rimane solo un ricordo opaco e allucinato di stewart finocchi che servivano robe indicibilmente schifose, di male alle gambe, di sbirciatine alla mappa elettronica per vedere a che punto é il volo e i film in lingua originale ( I diari della motocicletta in spagnolo con sottotitoli in inglese).
Poi!
Arrivo!
São Paulo!
Brasile!

Si respira un altra aria, calda e umida nonostante l´ora presta (sono appena le sette ma il sole é giá caldo e luminoso), la gente é brasiliana, ti trattano con gentilezza, controllano il passaporto, e mi dicono che il mio biglietto prenotato c´é, e che non devo fare altro che procedere all´imbarco dei bagagli, il tempo di un caffé e sono giá pronto per prendere il volo per Salvador de Bahia.
Infatti lo prendo e mi godo fremente le ultime due ore, ansiose, e vedo la cittá e la baia de todos os santos, sotto di me, il mare, la pista d´atterraggio...

Poi non ricordo bene, aspettare i bagagli e uscire dal portone degli “arrivati” con 30 kg di valige addosso, sudori freddi e uno stato di pre-shock tipo esame...

Sulla scoperta della gravidanza,
lacrime e paranoie, e poi sulla lontananza...

I primi sudori freddi li ebbi domenica 19 Settembre 2004, mentre con passo affrettato mi recavo in farmacia, a Tortona, da solo, per comprare un test di gravidanza
“ ...ma no dai sono solo due giorni di ritardo...figurati...ci siamo stati attenti ( e intanto lei aveva gli occhi rossi )”.
Passando sotto i portici mi rendevo conto che non eravamo stati poi cosí attenti, attraversavo il centro di Tortona era tutto un movimento di giovani coppie+bebé, crepitio di passeggini, sfilate di vestitini, occhiaie da dormito poco e male.

Paranoia, alienazione e slalom tra la gente.

Una linea...negativo, due linee...positivo, anche se la seconda linea é appena visibile, sicuro al 99%, anche tre giorni prima delle presunte mestruazioni...

Un test positivo di gravidanza, appoggiato sul bordo del bidé, una giovane coppia sdraiata sul letto.
Lei piange a singhiozzi, disperata! (Visioni allucinanti di vite spezzate e delusioni, le ultime parole di sua madre prima di tornare in Brasile “...usate il preservativo...”).
Lui che la consola come puó, irresponsabile, menefreghista, per niente preoccupato, anzi...felice! come si puó essere tristi?? ( la cosa é al di fuori della comprensione, non si fanno valutazioni, si é felici e basta, come per natale, come per il proprio compleanno, perché tutti siamo nati per errore, anche Gesú non se l´aspettava nessuno).

E poi la lontananza, oltre un mese e mezzo, lei in Brasile dalla Famiglia - coccolata e amata da padre, madre, nonna e sorelle (quante sorelle!) e poi cugine e zii e nipoti, perché é rimasta piú di un anno fuori di casa, in un altro stato, in un latro continente, e tutto era iniziato come un viaggetto di qualche mese, e ora il suo paese la rivuole - mentre lui a Castelfranco Emilia, organizzando cose, salutando persone, cambiando un pó di prospettive, rassicurando madri e padri e sorelle e generi, diventando zii per la seconda volta, accudendo padri post-operati e madri pre-occupate.

Un mese e mezzo lunghissimo, pensando a lei, cosí tanto da non riuscire piú a ricordarla bene, come se anche la mente e la fantasia sbiadissero a forza di ripassare immagini e suoni...

Quindi capítemi se, quando l´ho vista all´aereoporto di Salvador Bahia, coi capelli bagnati, un pó piú magra, e un pó commossa, bhé quando l´ho vista non sono riuscito a esprimere tutto questo con un abbraccio e un bacio e una frase.
Ci vorrá molto di piú, ma almeno il pensiero ossessivo che mi abitava svaní in un momento. L´avevo ritrovata e non soffrivo piú.
“....il cammino é appena cominciato che il viaggio é giá finito....”

1 commento:

  1. Come primo commento al blog una corroborante bestemmia esclamativa sarebbe appropriata.
    Hai scritto...
    VERO.
    QUESTO è vero.
    L'avevo intuito, scrivi bene. Hai reso l'idea, trasmettendo stati d'animo profondi, senza ammorbare i coglioni; stai parlando (anche) a uno che, da quasi un anno, non arriva oltre la ventesima pagina, o poco più, di ognuno dei mille romanzi iniziati.
    Quello iniziato volontario/involontariamente quassopra lo leggeri tutto.
    Ti auguro che l'avventura telematica (solo apparentemente)appena intrapresa ti dia la possibilità di tirar fuori tutto, in particolar modo le spine velenose (chi non ne ha? ) e le scatoline nere nascoste chissà dove.
    Non vengono fuori durante i pensieri giornalieri, per centinaia di motivi.
    Scrivere dovrebbe servire a questo.
    E a farsi venerare.

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